Servizi segreti

Prezzo:

 2.500,00 €

Dimensioni (cm):

160

x

100

Copia:

/5

* Disponibilità 3-10 giorni
* I costi di spedizione in Italia sono inclusi nel prezzo

Il servizio è l’attacco del pezzo, il colpo che forza il blocco. Deve essere accattivante e incuriosire. Una prima riga molle muore prima di arrivare al punto, come una prima di servizio poco consistente uccide chi la gioca. Serena Williams, seduta davanti alla sua tastiera, meglio delle altre sa come cominciare una storia. Digita forte sui tasti di un’antica macchina per scrivere. La battuta di SW è una pallottola che esce dal ghetto ma anche di più: la gamma delle soluzioni va da quelle piatte a quelle più lavorate, con rotazioni che garantiscono varietà. Per inchiodare, prima le rivali e poi il tempo che passa. La mano che lascia andare la palla si apre come un fiore gigante con cinque petali smaltati. I polpacci di ceramica lucida pompano energia. L’impatto è una palla da demolizione che incontra il muro, tanto funziona il trasferimento del peso. Una botta che regola i conti della vita, il servizio più dominante in mezzo all’universo delle donne tenniste. Se Slam Sister percuote la palla col batticarne, John McEnroe la sfiletta con la mandolina. Dal suo servizio à la julienne uscivano fiammiferi indiavolati di lunghezza variabile. Gettare inchiostro sulla pagina vuota per Mac non è mai stato un problema. La sua battuta pazzerella mandava al manicomio e gli angoli erano come il miele per le api. Un colpo pieno di mestiere e mistero, seduttivo. Piedi paralleli alla riga di fondo, anziché diagonali come dice il manuale, e spalle rivolte verso la rete. Una figura raccolta, tendenzialmente di profilo, pronta a scattare come fanno le molle. Icona pop e forastica, uno stencil che ha fatto epoca. Johnny Mac prendeva di sorpresa, non alle spalle. Piazzandosi per servire all’incrocio tra Broome e Greene Street, dietro l’angolo. Soho and volley: attraversare quel blocco di Manhattan non lontano dal Village spiega perché McEnroe sfidava i giganti di ghisa a colpi di vernissage. Rivoluzione più che vezzo, e un dito medio alla monotonia. Una battuta da geniaccio, viscida nei rimbalzi e tagliente come le corde di una Fender. Un manifesto parecchio pop.